No, non spaventatevi!
Sembra strano che una persona gioiosa e solare come me (giusto per pavoneggiarmi un pò), possa scrivere o descrivere un'opera artistica che, apparentemente mette un pò di ansia e tristezza.
In realtà questo splendido quadro è nella mia mente da quando ho imparato ad amare l'arte e non mi ha mai messo tristezza, studiando, in seguito, ho capito anche perchè.
questo è il suo nome e l'autore è
John Everett Millais.
È un olio su tela del periodo compreso tra il 1851 ed il 1852 e proviene dalla collezione della Tate Gallery di Londra.
Questo grande artista è stato un'esponente dell'arte della Confraternita preraffaellita tipicamente inglese.
Gli altri appartenenti a tale gruppo sono William Holman Hant, Dante Gabriel Rossetti ed Edward Coley Burne-Jones.
Come sempre nasce in seguito ad una voglia di modificare ciò che in quegli anni non era più gradito, soprattutto nel campo di idealismi religiosi, ribellandosi alle convenzioni sociali che stavano diventando sempre più impregnate di falsità, mascherate con la cultura.
C'è voglia di realtà, quindi solo ricorrendo alla vera bellezza del periodo quattrocentesco ed all'eleganza grafica dei "primitivi" toscani, quali sono Botticelli, Lippi, Ghirlandaio, Mantegna ed altri, si poteva ottenere un'arte pura.
Si ricorrerà alla simbologia poetica, quella che porterà anche alla nascita dell'arte simbolista.
Rimanendo però su Ofelia, sembra che per la sua attuazione, dopo un breve soggiorno in campagna ed in particolare nei pressi dell'Hogsmill River, l'autore abbia studiato attentamente la natura ed anche il significato di ogni singola pianta, per cui,
il salice, l'ortica e le margherite, ispirandosi proprio ad Ofelia di Shakespeare, rappresentano l'innocenza, mentre il papavero che somboleggia la morte e le olmarie appassite che indicherebbero la vanità della vita, sono volute proprio da Millais.
Per non parlare della carica di valenza allegorica dovuta al contrasto tra il suicidio e il mezzo impiegato per attuarlo, l'acqua limpida che riempie questo piccolo ruscello fiorito, ci fa comprendere che la morte è apparente ed irreale e che la realtà ci fa presupporre rinascite future.
Ecco perchè non riuscivo a vedere tristezza in questo dipinto.
quel che ci vedo io, soprattutto nell'espressivo volto di lei, è la speranza di una rinascita, che ovviamente potrebbe anche non essere, ma che per lei in quel momento aveva un grande valore.
Purtroppo però è anche resa e mancanza di coraggio nell'affrontare la vita e le sue lotte.
Bene spero di non avervi troppo tediato con questa piccola mia considerazione artistica e visto che un grande cantautore come
Francesco Guccini
ha scritto di lei
"Ophelia",
ora vi lascio con questo bellissimo brano.
Volevo solo aggiungere un Grazie a tutti voi che mi avete aspettato con immensa pazienza, baciooo...
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