Lettori fissi

Una perfetta correlazione è il primo principio su cui si fonda lo sviluppo.
L'integrazione o anche proprio la parola "organico" vuole dire che nulla ha valore se non in quanto naturalmente
collegato al tutto e in direzione di un qualche fine vitale.


Frank Lloyd Wright

"La cultura per i poveri non può essere una povera cultura".

Claudio Abbado


martedì 24 ottobre 2017

La Strada come Palcoscenico




Simpatico artista
nei pressi di
Piazza Roma
in 
Benevento


La cosa che più mi diverte 
sono le facce strane 
e gli atteggiamenti di sufficienza, quando dico a qualcuno:
 " Oggi vado ad ammirare gli artisti di strada, vuoi venire anche tu?". 
La risposta di solito è:
 "no, oggi non posso, sono stanco/a...", o altro. 

Eppure si tratta di artisti veri e puri...dal talento straordinario. 
Si preferisce il cinema certo...
oppure il teatro con il suo grande palcoscenico, dove gli spettatori sono tutti impettiti ed inghirlandati. 
Dove spesso la scena agli attori è rubata proprio dal loro pubblico. 
Non fraintendetemi, amo il teatro ed un giorno, forse, anch'io sarò tra di loro ad ammirare le opere che magistralmente si metteranno in atto. E non vedo l'ora... 

Gli artisti di strada hanno origini molto antiche. 
Sembra che i primi siano da catalogare nel periodo dell'antico Egitto, dove alcuni gruppi di persone si riunivano rappresentando simpatiche scenette, facendo volare e volteggiare piatti ed utensili di ogni genere. 
Erano spesso richiesti nei mercati pubblici per animare o pubblicizzare la merce che ivi si vendeva. 
Ovviamente oggi qualcosa è cambiato e nelle loro esibizioni devono rispettare le regole di comportamento, che cambia di paese in paese. 

Ma tornando a noi, 

quando so che arrivano gli splendidi teatranti di strada, mi preparo per giorni, aspettando deliziata, nell'attesa del sorprendente numero che ammirero`. 

Per fortuna che da noi proprio non mancano e sono così bravi... 
Dovrebbero essere valorizzati di più!  

Ora vi mostrerò qualcosa che ho filmato e fotografato da me. 
Chiedo scusa per gli errori e per le scene non sempre ben realizzate...ma non è stato facile, visto che era sera ed ero stanca anche se molto felice. 
Ci troviamo a Calvi, piccolo borgo in provincia di Benevento. 

Mi raccomando, osserviamo meglio il mondo ed il suo popolo. 









































Volevo solo aggiungere che vi erano anche mangiatori e mangiatrici di fuoco, abili domatori di lame ed anche un delizioso spettacolino di Burlesque. 

Siccome le immagini ed i filmati sono tanti ed il tempo di carica lungo, mi limito qui e se riesco aggiungo qualcosina in seguito. 

Baci a tutti, ciao! 


Foto ed immagini personali 
per l'utilizzo solo su specifica richiesta. 


sabato 14 ottobre 2017

Il pirata e la fanciulla



Il pirata reggeva la sua candela ma non si rendeva conto di ciò che aveva perso. 

Giocando e fingendo di essere un principe od un cavaliere, si era fatto aiutare anche dai suoi fedeli amici; prendere e sedurre una fanciulla, bella d'aspetto e senza paggi in aiuto. 
Ma non si era accorto della sua tenacia ed intelligenza. 
Lei sapeva difendersi, riconoscere i suoi falsi adulatori e ricambiare con arte l'altrui recita. 
Quel che entrambi non avevano capito però, era che se il cuore risponde con verità, difficile poi allontanarsi l'un dall'altro. 
Ma lei voleva le sue e loro scuse ora...e le voleva pubbliche, come tutte le offese e falsità ricevute. Non avrebbe più creduto in null' altro, anche se il perdono era già nel suo cuore e di questo ne fu per sempre fiera. 
Ormai lei stava dimenticando ed il tempo passato aveva portato via ogni cosa, tranne la consapevolezza di non aver sbagliato mai. 
Era serena e la strada nuova intrapresa l'avrebbe portato in luoghi migliori, anzi ringraziava chi con superficialità l'aveva giudicata e manipolando chiunque, avevano fatto in modo di mostrarla diversa dalla realtà. 

La splendida donna entrava nella luce mentre il pirata continuava a camminare sulle stesse vie ma solo, con i suoi falsi amici e brancolando nel buio,  illuminato unicamente dalla flebile luce di una candela...con un vero affetto ormai perduto. 

Mi sta venendo un dubbio e se il pirata fosse in realtà una strega in false vesti? 
Oppure, se il pirata e la strega avessero creato insieme l'inganno?  

Un dubbio che forse anche la stessa donzella aveva avuto sin dal principio ma la recita doveva continuare, assecondando tutti. 
Chissà, magari la recita continua ma stavolta è a senso unico. 
Lei ormai ha smesso ed è lontana e solo la verità messa in piazza, promulgata con tutti i dovuti onori le avrebbe, forse, fatto cambiare idea, ma... 
È difficile rinunciare alla luce ormai ritrovata. 

Buonanotte miei cari e riflettete, ciao. 


Pia 



Immagine dal web 


mercoledì 4 ottobre 2017

San Francesco







Nessun uomo tra le genti potrebbe mai dire di lui che non fosse particolare, con una forza tale da attirare a sé ogni essere sulla terra, che sia tendente al bene oppure a male. 
Di lui ormai si è detto ogni cosa ed io desidero solo ricordarlo. 
Non ho pretese perché non ho avuto la fortuna di conoscerlo ma nell'anima sicuramente. 
È nella semplicità che lui si nasconde e vive. 

Quindi non aggiungo altro di mio, solo ho trovato sul web questa descrizione che vi propongo qui sotto
 ed una splendida opera del Caravaggio dove 
San Francesco è in estasi tra le braccia di un magnifico angelo. 
























Grazie a tutti, ciao ed auguri a tutti coloro che ne portano il nome. 



Da
Gilbert Keith Chesterton
 
Modifica

  • Il mondo circostante era, come si è già notato, un groviglio di dipendenze familiari, feudali, e altre. L'idea complessa di San Francesco era che i Piccoli Frati dovessero essere come pesciolini, liberi di muoversi a proprio piacimento in quella rete. E potevano farlo proprio per il loro essere piccoli e perciò guizzanti. [...] Calcolando, per così dire, su questa astuzia innocente, il mondo era destinato ad essere circuito e conquistato da lui, e impacciato nel reagire alla sua azione. Non si poteva di certo lasciar morire di fame un uomo continuamente votato al digiuno, né lo si sarebbe potuto distruggere e ridurre alla miseria, poiché era già un mendicante. Vi sarebbe stata una soddisfazione ben scarna anche nel percuoterlo con un bastone, poiché egli si sarebbe lasciato andare a salti e canti di gioia, essendo l'umiliazione la sua unica dignità. E nemmeno lo si sarebbe potuto impiccare, perché il cappio sarebbe divenuto la sua aureola.
  • [San Francesco] non confondeva la folla con i singoli uomini. Ciò che distingue questo autentico democratico da qualunque altro semplice demagogo è che egli mai ingannò o fu ingannato dall'illusione della suggestione di massa. Qualunque fosse il suo gusto per i mostri, egli non vide mai dinanzi a sé una bestia dalle molteplici teste. Vide unicamente l'immagine di Dio, moltiplicata ma mai ripetitiva. Per lui un uomo era sempre un uomo, e non spariva tra la folla immensa più che in un deserto. [...] Nessun uomo guardò negli occhi bruni ardenti senza essere certo che Francesco Bernardone si interessasse realmente a lui, alla sua vita intima, dalla culla alla tomba, e che venisse da lui valutato e preso in considerazione. [...] Ora, per questa particolare idea morale e religiosa non c'è altra espressione esteriore che quella di "cortesia". "Interessamento" non può esprimerla, perché non è un semplice entusiasmo astratto; "beneficenza" nemmeno, perché non è una semplice compassione. Può solo essere comunicata da un comportamento sublime, che può appunto dirsi cortesia. Possiamo dire, se vogliamo, che San Francesco, nella scarna e povera semplicità della sua vita, si aggrappò a un unico cencio della vita del lusso: le maniere di corte. Ma mentre a corte c'è un solo re e una folla di cortigiani, nella sua storia c'era un solo cortigiano attorniato da centinaia di re.
  • [San Francesco] vide ogni cosa con senso drammatico, staccata dalla sua posizione, non immobile come in un quadro ma in azione come un dramma. Un uccello poteva sfiorarlo come una freccia, [...] un cespuglio poteva fermarlo come un brigante; ed egli era pronto a dare il benvenuto a entrambi. In una parola, noi parliamo di un uomo che non confondeva il bosco con gli alberi, e non voleva farlo. Voleva piuttosto considerare ogni albero come un'entità separata e quasi sacra, come una creatura di Dio [...] Non voleva ergersi di fronte a uno scenario usato come mero sfondo, e recante la banale iscrizione: "Scena: un bosco". In tal senso vorremmo intendere che era troppo drammatico per il dramma stesso. Lo scenario avrebbe preso vita nelle sue commedie [...] Ogni cosa sarebbe stata in primo piano, e quindi alla ribalta; ogni cosa avrebbe avuto un proprio carattere. Questa è la qualità per cui, come poeta, egli fu perfettamente l'opposto d'un panteista. Non chiamò la natura sua Madre, ma chiamò Fratello un certo somaro e Sorella una certa passerotta. [...] È qui che il suo misticismo è così simile al senso comune di un fanciullo. Un bambino non ha difficoltà a comprendere che Dio creò cane e gatto; sebbene sia consapevole che la formazione del gatto e del cane dal nulla è un processo misterioso al di là della sua immaginazione. Ma nessun bambino capirebbe il senso dell'unione del cane e del gatto e di ogni altra cosa in un unico mostro con una miriade di gambe chiamata natura. Egli senza dubbio si rifiuterebbe di attribuire capo o coda a un simile animale. [...] Gli uccelli e gli animali francescani assomigliano davvero a uccelli e animali araldici, non perché fossero favolosi, ma nel senso che erano considerati come realtà, chiare e positive, scevre dalle illusioni dell'atmosfera e della prospettiva. In tal senso egli vide un uccello color sabbia in campo azzurro e una pecora d'argento in campo verde. Ma l'araldica dell'umiltà era più ricca dell'araldica dell'orgoglio, perché giudicava tutte le cose che Dio aveva creato come qualcosa di più prezioso e di più unico dei blasoni che i principi e i nobili avevano dato soltanto a se stessi. 


Foto dal web