Lettori fissi

Una perfetta correlazione è il primo principio su cui si fonda lo sviluppo.
L'integrazione o anche proprio la parola "organico" vuole dire che nulla ha valore se non in quanto naturalmente
collegato al tutto e in direzione di un qualche fine vitale.


Frank Lloyd Wright

"La cultura per i poveri non può essere una povera cultura".

Claudio Abbado


mercoledì 4 ottobre 2017

San Francesco







Nessun uomo tra le genti potrebbe mai dire di lui che non fosse particolare, con una forza tale da attirare a sé ogni essere sulla terra, che sia tendente al bene oppure a male. 
Di lui ormai si è detto ogni cosa ed io desidero solo ricordarlo. 
Non ho pretese perché non ho avuto la fortuna di conoscerlo ma nell'anima sicuramente. 
È nella semplicità che lui si nasconde e vive. 

Quindi non aggiungo altro di mio, solo ho trovato sul web questa descrizione che vi propongo qui sotto
 ed una splendida opera del Caravaggio dove 
San Francesco è in estasi tra le braccia di un magnifico angelo. 
























Grazie a tutti, ciao ed auguri a tutti coloro che ne portano il nome. 



Da
Gilbert Keith Chesterton
 
Modifica

  • Il mondo circostante era, come si è già notato, un groviglio di dipendenze familiari, feudali, e altre. L'idea complessa di San Francesco era che i Piccoli Frati dovessero essere come pesciolini, liberi di muoversi a proprio piacimento in quella rete. E potevano farlo proprio per il loro essere piccoli e perciò guizzanti. [...] Calcolando, per così dire, su questa astuzia innocente, il mondo era destinato ad essere circuito e conquistato da lui, e impacciato nel reagire alla sua azione. Non si poteva di certo lasciar morire di fame un uomo continuamente votato al digiuno, né lo si sarebbe potuto distruggere e ridurre alla miseria, poiché era già un mendicante. Vi sarebbe stata una soddisfazione ben scarna anche nel percuoterlo con un bastone, poiché egli si sarebbe lasciato andare a salti e canti di gioia, essendo l'umiliazione la sua unica dignità. E nemmeno lo si sarebbe potuto impiccare, perché il cappio sarebbe divenuto la sua aureola.
  • [San Francesco] non confondeva la folla con i singoli uomini. Ciò che distingue questo autentico democratico da qualunque altro semplice demagogo è che egli mai ingannò o fu ingannato dall'illusione della suggestione di massa. Qualunque fosse il suo gusto per i mostri, egli non vide mai dinanzi a sé una bestia dalle molteplici teste. Vide unicamente l'immagine di Dio, moltiplicata ma mai ripetitiva. Per lui un uomo era sempre un uomo, e non spariva tra la folla immensa più che in un deserto. [...] Nessun uomo guardò negli occhi bruni ardenti senza essere certo che Francesco Bernardone si interessasse realmente a lui, alla sua vita intima, dalla culla alla tomba, e che venisse da lui valutato e preso in considerazione. [...] Ora, per questa particolare idea morale e religiosa non c'è altra espressione esteriore che quella di "cortesia". "Interessamento" non può esprimerla, perché non è un semplice entusiasmo astratto; "beneficenza" nemmeno, perché non è una semplice compassione. Può solo essere comunicata da un comportamento sublime, che può appunto dirsi cortesia. Possiamo dire, se vogliamo, che San Francesco, nella scarna e povera semplicità della sua vita, si aggrappò a un unico cencio della vita del lusso: le maniere di corte. Ma mentre a corte c'è un solo re e una folla di cortigiani, nella sua storia c'era un solo cortigiano attorniato da centinaia di re.
  • [San Francesco] vide ogni cosa con senso drammatico, staccata dalla sua posizione, non immobile come in un quadro ma in azione come un dramma. Un uccello poteva sfiorarlo come una freccia, [...] un cespuglio poteva fermarlo come un brigante; ed egli era pronto a dare il benvenuto a entrambi. In una parola, noi parliamo di un uomo che non confondeva il bosco con gli alberi, e non voleva farlo. Voleva piuttosto considerare ogni albero come un'entità separata e quasi sacra, come una creatura di Dio [...] Non voleva ergersi di fronte a uno scenario usato come mero sfondo, e recante la banale iscrizione: "Scena: un bosco". In tal senso vorremmo intendere che era troppo drammatico per il dramma stesso. Lo scenario avrebbe preso vita nelle sue commedie [...] Ogni cosa sarebbe stata in primo piano, e quindi alla ribalta; ogni cosa avrebbe avuto un proprio carattere. Questa è la qualità per cui, come poeta, egli fu perfettamente l'opposto d'un panteista. Non chiamò la natura sua Madre, ma chiamò Fratello un certo somaro e Sorella una certa passerotta. [...] È qui che il suo misticismo è così simile al senso comune di un fanciullo. Un bambino non ha difficoltà a comprendere che Dio creò cane e gatto; sebbene sia consapevole che la formazione del gatto e del cane dal nulla è un processo misterioso al di là della sua immaginazione. Ma nessun bambino capirebbe il senso dell'unione del cane e del gatto e di ogni altra cosa in un unico mostro con una miriade di gambe chiamata natura. Egli senza dubbio si rifiuterebbe di attribuire capo o coda a un simile animale. [...] Gli uccelli e gli animali francescani assomigliano davvero a uccelli e animali araldici, non perché fossero favolosi, ma nel senso che erano considerati come realtà, chiare e positive, scevre dalle illusioni dell'atmosfera e della prospettiva. In tal senso egli vide un uccello color sabbia in campo azzurro e una pecora d'argento in campo verde. Ma l'araldica dell'umiltà era più ricca dell'araldica dell'orgoglio, perché giudicava tutte le cose che Dio aveva creato come qualcosa di più prezioso e di più unico dei blasoni che i principi e i nobili avevano dato soltanto a se stessi. 


Foto dal web


20 commenti :

  1. Lo sai che Francesco è l'uomo che più si avvicina a Cristo?
    E' l'unico che con le stimmate vere.
    Abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, penso che possa essere così...tra quelli conosciuti...
      Grazie Gus, non credo che le stimmate siano così importanti nel riconoscere un uomo santo.
      Abbraccio a te!

      Elimina
  2. Francesco era quasi vicino alla verità: nessun Dio, solo la Natura... ;)
    Auguri ai franceschi, grane come sempre il Caravaggio :)

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La natura in relazione all'uomo...scambi di dialogo tra l'uomo ed il creato.
      È vero, è la loro festa e gli auguro ogni bene e pace.
      Ehhhhh, con Caravaggio non si scherza...;)
      Grazie e felice giorno!

      Elimina
  3. Bisogna essere dei santi o innocenti bambini per provare a comprendere e apprezzare il comportamento di uomini come Francesco pronto ad annullarsi per dedicarsi completamente al suo prossimo. Mi piace il concetto “Ma mentre a corte c'è un solo re e una folla di cortigiani, nella sua storia c'era un solo cortigiano attorniato da centinaia di re”. Aiutare il prossimo è sensibilità e nobiltà d’animo però annullare se stessi, non lo so definire.
    Felice giornata, un abbraccio
    enrico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Enrico non dovrebbe essere così, tutti noi dovremmo comprendere ed apprezzare ciò che lui è stato e sempre sarà, soprattutto conoscere la sua unica intenzione e provare a fare come lui.
      Non è difficile, basta volerlo.
      Ma è l'orgoglio il problema; è difficile da debellare ed oggi con il concetto di superare gli altri, di essere il migliore, l'uso della tecnologia per esporsi il più possibile, ecc., diciamo che tra un poco di anni Francesco verrà dichiarato un extraterrestre...ahahahahah...giusto per scherzare un po`.
      Un forte abbraccio e grazie carissimo, ciao!

      Elimina
  4. Ha rinunciato ai beni materiali per ricongiungersi con la natura, che assume - come dice il Moz - i connotati di una divinità. Una visione che adoro perché presente in più di una canzone del grande Fabrizio De Andrè.

    Buon onomastico a tutti i Francesco, bellissimo nome :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco appunto, come ho detto su ad Enrico, tra poco sarà dichiarato extraterrestre...ahahahah...scherzo!
      E come ho già risposto a Miki forse non è un ricongiungersi con la natura ma un collaborare con essa.
      De André è prezioso, vero...
      Sì un gran nome, auguri a tutti i Francesco che lo festeggiano.
      Ti ringrazio tanto Riccardo, buon Mercoledì!

      Elimina
  5. cara Pia ricordare San Francesco, ti viene da dire! Come a fatto a rinunciare a tutto.
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bella domanda...!
      Un forte abbraccio Tomaso, grazie. :)))

      Elimina
  6. Le storie dei santi mi interessano poco, ma Francesco era un uomo speciale, un asceta vero, al limite della pazzia. Sono blasfemo? Non lo so. So che mi sono soffermato per il quadro che hai postato. Non lo avevo mai visto ma ho immediatamente riconosciuto Michelandelo Merisi. Inconfondibile la luce, la posizione dei due corpi, gli elementi del prato che mette in evidenza. Grandioso. Come sempre.
    Sulle stimmate "vere" ci andrei piano. Francesco, Rita da Cascia, Padre Pio tutti avevano le stesse stimmate sui palmi delle mani. Questo è ciò che comunemente si insiste a credere. Ma non può essere così. Nessuno dei 4 evangelisti dice "come" venne crocifisso, ma solo "che venne crocifisso". Nessuno dice se le braccia ed il corpo fossero state legate alla croce prima di inchiodare. Orbene, senza legare le braccia e il corpo i chiodi non potevano essere fissati alle mani perché il peso avrebbe fatto cadere il corpo a terra, non avendo le mani nessun ostacolo naturale, nessun osso grande e robusto. Ben altra cosa i polsi, tra le dúe ossa lunghe, ulna e radio. E così sui piedi. I chiodi venivano messi lateralmente tra astragalo e calcagno e non sul metacarpo. No avrebbe resistito lì dritto nemmeno mezzora, tenuto conto dei movimenti convulsi che il dolore atroce portava il condannato a fare.
    Pertanto se le stimmate fossero vere dovrebbere venire sui polsi e sui calcagni e non dove la fantasia umana di certi soggetti li fa apparire. Francesco, Rita e Pio se li son intensamente pensati, li hanno desiderati e se li sono fatti venire. Tanto è vero che a Padre Pio scomparvero immediatamente dopo la morte, così come avvenne di certo per Francesco e Rita, di cui non abbiamo però avuto notizia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie caro Vincenzo.
      I Santi hanno per un solo dono, quello di farci riconoscere la veridicità di Dio.
      Francesco con la sua semplicità ha mostrato qualcosa che non si riconosce neanche oggi, l'umiltà di essere nessuno e per questo essere uno nel creato.
      L'argomento stimmate è troppo lungo e credo che non sia così importante, per cui non dico altro.
      Questo capolavoro che ti ha colpito giustamente, è stato messo in dubbio da molti. Per me è di Caravaggio e non ho alcun dubbio.
      Lo trovo intenso e profondo, mi piace tantissimo.
      Chi lo ha nel cuore lo riconosce subito, come è evidente per te ed anche per me.
      Grazie mio carissimo amico, ti abbraccio forte e ti auguro un nuovo giorno sempre migliore. Ciao!

      Elimina
  7. Continuava ancora S. Bonaventura che, scomparendo, la visione lasciò nel cuore del Santo “un ardore mirabile e segni altrettanto meravigliosi lasciò impressi nella sua carne. Subito, infatti, nelle sue mani e nei suoi piedi, incominciarono ad apparire segni di chiodi, come quelli che poco prima aveva osservato nell'immagine dell'uomo crocifisso. Le mani e i piedi, proprio al centro, si vedevano confitte ai chiodi; le capocchie dei chiodi sporgevano nella parte interna delle mani e nella parte superiore dei piedi, mentre le punte sporgevano dalla parte opposta. Le capocchie nelle mani e nei piedi erano rotonde e nere; le punte, invece, erano allungate, piegate all'indietro e come ribattute, ed uscivano dalla carne stessa, sporgendo sul resto della carne. Il fianco destro era come trapassato da una lancia e coperto da una cicatrice rossa, che spesso emanava sacro sangue, imbevendo la tonaca e le mutande” (Leg. Maj., I, 13, 3).
    A proposito ancora dei segni della Passione, il primo biografo del Santo, l’abruzzese Tommaso da Celano, nella sua “Vita Prima di S. Francesco d’Assisi”, sosteneva che “era meraviglioso scorgere al centro delle mani e dei piedi (del Poverello d’Assisi), non i fori dei chiodi, ma i chiodi medesimi formati di carne dal color del ferro e il costato imporporato dal sangue. E quelle stimmate di martirio non incutevano timore a nessuno, bensì conferivano decoro e ornamento, come pietruzze nere in un pavimento candido” (II, 113).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Molto interessante tutto ciò.
      Grazie mille Gus.
      Ti abbraccio e notte serena. Ciao!

      Elimina
  8. Ciao Pia, il messaggio che ci ha trasmesso è chiaro così come è chiaro che in pochi sono in grado di riceverlo e farlo proprio.
    Francesco (evito il San perché la santità e stata distribuita con troppa facilità, è svalutata) è un simbolo, una visione, l’esempio di come ci dovremmo comportare. Esempio seguito da pochissimi, direi da nessuno di quelli che ne predicano le gesta (ed è proprio qui che troviamo troppi santi abusivi).
    Sono sempre molto scettico riguardo le biografie, soprattutto se così lontane nel tempo.
    La figura di Francesco rimane intatta per quello che rappresenta, va oltre le stimmate, i miracoli e altri eventi eccezionali, che non voglio negare ma che, se realmente successi, passano comunque in secondo piano.
    Il messaggio primario è legato al confronto con Dio, la natura e soprattutto con se stessi e la consapevolezza di essere parte di un “insieme” più grande ma che necessita di tutti.
    L’arte, in questo caso Caravaggio, riesce magistralmente a trasmettere le sensazioni, le emozioni che Francesco ha voluto trasmettere, la pittura, da Giotto e Cimabue in poi, ha creato un’atmosfera impossibile da ritrovare altrove.
    Oltre all’ottimo scritto complimenti per la scelta del dipinto.
    Un abbraccio, buona serata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Romualdo grazie davvero.
      Hai compreso perfettamente il mio intento ed il mio rispettoso saluto a questo grande piccolo uomo.
      "Il messaggio primario è legato al confronto con Dio, la natura e soprattutto con se stessi e la consapevolezza di essere parte di un “insieme” più grande ma che necessita di tutti."
      Non mi sembra così difficile da capire, perché invece lo è?
      Bravissimo! Tra Caravaggio, Cimabue e Giotto non saprei a chi dare il premio per la migliore interpretazione del caro Francesco per me Santo.
      Bacissimi, felice serata e nuovo giorno. Ciao.

      Elimina
  9. Cara, non scrivo saggi su Francesco. Ma lo amo tra tutti. Lui e la sua bellissima terra sono nel mio cuore come tra i miei passi. Un abbraccio😘

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ebbene, ormai so quanto sia importante per te.
      Da parte mia credo di averlo sempre avuto con me e la sua terra è meravigliosa!
      Abbraccio forte, smack!

      Elimina
  10. io spesso mi trovo a sbriciolare pane nel mio giardinetto agli uccelli e mi sento un pò San Francesco

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esempi che non si dimenticano, bellissimo questo tuo atto d'amore.
      Grazie ed un mega abbraccio. Ciao!

      Elimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.