Architettura contemporanea
Continuando ad immergerci in questo studio,
non è facile spiegare il collegamento che c'è tra uno stile e l'altro perchè spesso c'è un incastro, un volersi contrapporre ed unire insieme, continuo.
non è facile spiegare il collegamento che c'è tra uno stile e l'altro perchè spesso c'è un incastro, un volersi contrapporre ed unire insieme, continuo.
Bisogna ricordarsi che i tempi non erano semplici, perchè ci troviamo nel periodo conclusivo delle guerre mondiali, delle lotte politiche, che spesso limitavano il sorgere di nuove idee
e di tutto ciò che ha reso il nostro paese povero e con scarse risorse economiche.
e di tutto ciò che ha reso il nostro paese povero e con scarse risorse economiche.
Comunque fuori dal nostro paese i progetti si svilupparono profiqui.
Apparentemente in contrapposizione al Movimento Moderno, ribellandosi all'idea di un'architettura standardizzata fatta di forme tutte uguali ed economiche, nasce l'high-tech.
In realtà l'idea è già presente nel "Manifesto dell'Architettura Futurista" del 1914, però in Italia si sviluppa intorno agli anni '70.
L'intenzione è quella di creare un'architettura il più possibile tecnologica e di evidenziare, nel senso stretto della parola "mettere in evidenza, mostrare", tutti gli elementi strutturali del progetto.
Uno dei più grandi sostenitori dell'architettura high-tech fu ed è il nostro Renzo Piano.
Nato a Genova il suo primo lavoro in questo stile lo realizzò a Novredate (Como), progettando gli uffici della B&B Italia.
(1971-73) Ma l'esempio tipico di questo stile per me è il Centre Georges Pompidou, situata a Parigi e aperto nel 1977. |
Altri esempi famosi italiani.
Prendiamo ad esempio l' Architettura blob o blobitettura.
Questo termine "blob" deriva dal settore informatico.
Il termine indica un "binary large object" , cioè "oggetto binario di larghe dimensioni". È usato nei database per indicare i campi per la memorizzazione dei dati, in formato binario.
Tornando all'Architettura blob, alcuni architetti usarono questo tipo di disegno digitale per creare nuove linee inizialmente di arredo, usando forme curve.
Un gruppo di architetti tra i più noti interessati ad ottenere tali forme fu quello dell'Archigram, come possiamo vedere in questo edificio disegnato da due dei suoi esponenti.
Peter Cook e Colin Fournier,
nel loro progetto realizzato in Austria.
Kunsthaus Graz
Austria
2003
Altro esempi famosi sono queste due strutture dell'architetto Frank Gehry.
Experience Music Project Seattle (Washington) 1999-2000 |
Guggenheim Museum Bilbao (Spagna) 1997 Per ora mi fermo qui. |
Spero di non avervi troppo annoiato, ho cercato di semplicare, ma più di così è impossibile,
sorry!
sorry!
A presto.
Immagini da Google
Ciao S.Pia!
RispondiEliminanon conosco molto l'Atte contemporanea,mi sto acculturando leggendo i tuoi post informativi e ben espressi che ho trovato molto interessanti,mi sono proprio piaciuti Amica e spero ci sia una continuazione a riguardo,le immagini sono bellissime,una mi sembrava di conoscerla di già! Ghghghghghghg
Buon week gioia bella! ❤
Bacio
Buon giorno!
RispondiEliminaSempre molto interessante, ma correggi il refuso in basso.
Hai lasciato Bilbao per il Guggheneim di F.L. Wright.
Lo sai che è a NYC.
Finalmente a Milano è arrivato un po' di sole, dopo lunghi giorni novembrini e partire leggendo un post come il tuo, non può che farmi desiderare ancora di più le vacanze!
Bacio tesoro.
Buona domenica.
Ciao Claudia,
RispondiEliminahai visto, ho fatto confusione tra i due Guggenheim,
Uno è di Wright a New York, l'altro è di Gehry.
Comunque adesso ho corretto, figurati se non era per Mary neanche me ne accorgevo.
Che casinista che sono!!!!!
Perdonami ed un bacio.
P.S. Ma perchè li chiamano nello stesso modo????? hahahaahhahaa!!!
Ciao Mary,
RispondiEliminahai visto ho fatto un pò di confusione, volevo farti un regalo, ma non ci sono riuscita.
Scusami sarà per la prossima volta.
Bacio e buona domenica anche a te.
Cara, spero tu possa utilizzarle quando parlerai di Wright.
RispondiEliminaSi chiamano allo stesso modo poichè appartengono alla stessa Fondazione, Salomon R. Guggheneim.
La fondazione, fondata nel 1937, comprende tre musei:
Il Guggheneim di NYC, il Peggy Guggheneim di Venezia, e il Guggheneim di Bilbao.
Io ti consiglio di dare un'occhiata alla collezione Peggy Guggheneim, di cui Venezia e l'Italia sono orgogliose.
Mi hai fatto venire voglia di parlarvi di Peggy.
a presto.
Ciao S.Pia!
RispondiEliminaghghghhggh capita gioia errare humanum est!
Certo che Mari ha una mente disumana!!
Bacio ragasseeeee :)))
Beh, ma un po' mi aiuto, Claudia.
RispondiEliminaMica posso ricordarmi tutte le date...
Ma di Peggy Guggheneim conosco abbastanza.
Bacio!
Infatti Claudia,
RispondiEliminaMary è insuperabile,
anche perchè lei le vede dal vivo le cose.
Viaggiare è conoscere si sa.
Io nel mio piccolo faccio quel che posso.
Un Bacio a entrambe.
che bello!
RispondiEliminale mie ragazze che parlano di architettura e arte...
- Il "bocciolo esploso" in acciaio e vetro di Frank Gehry e Bilbao,
- La perfetta integrazione di un "contenitore per il seme dell'arte" di Frank (guarda un po' hanno lo stesso nome -n.d.r. "Antonio" Kadmon-) Lloyd Wright e
- La splendida, armoniosa villa sull'acqua (Palazzo Venier dei Leoni) sul Canal Grande, progettata da Lorenzo Boschetti e "per fortuna" mai terminata; per fortuna perchè, secondo il mio modestissimo parere, solo in questo modo è riuscito a realizzare, inconsapevolmente, una perfetta riproduzione di villa settecentesca in chiave palladiana (straordinariamente la sua prima intenzione).
Sono stati realizzati anche dei progetti per il museo della fondazione Guggenheim per la sede di Vilnius. Hanno partecipato alla "gara di appalto" (chiamiamola così che è meglio) molti grandi come Daniel Liebskind e Massimiliano Fuffas, ooops ho "crozzato", Fuksas.
Il migliore, a quanto pare, è stato quello dello studio di Zaha Hadid: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=eCVWU_yHb4E#! .
Le opere di Hadid si integrano nel contesto come un pelato in un club di parrucchieri o un calcolo biliare tra gli organi di un atleta, però, nell'arco di 100kmq, danno l'idea dell'astronave aliena persa e appena atterrata in una zona deserta... del proprio pianeta. Beh, ho dato l'idea di cosa penso dei progetti di Hadid, ma ... avete nominato Renzo... il grande Renzo (e non parlo ne' di Cherubini ne' di Tramaglino)... Beh ...aspetto un'altra storia.
Ah!, dimenticavo, Peggy è legata, più o meno direttamente al "leggendario" Titanic, ma anche questa è un'altra storia...
Aspetteremo Mariella la viaggiatrice o Pia la sognatrice...
ÈpiùfacilesoloAntonio,
RispondiEliminaciao non immagini quanto mi fa piacere la tua esposizione personale sull'architettura,
c'è molto da sapere in più rispetto a ciò che ho descritto, quindi questo tipo di interventi mi piace "assaissimo".
Di Peggy, sapevo del papà purtroppo naufragato, si dice che avesse voluto salvare donne e bambini per questo non salì sulle scialuppe di salvataggio, "un eroe"!
Graaaaaazieeeee, bacioooooooo!!!!!!
Tutte opere ardite e architetti di valore.
RispondiEliminaCi aggiungerei Fuksas non so se tu abbia visto qualche sua opera.
Ti faccio i miei complimenti per questo tuo post.
Un caro saluto,
aldo.
ps sono un grande ammiratore del grandissimo Troisi e quel film che conteneva la scena da te descritta credo di averlo visto non so quante volte, credo sei o sette.
Ma chi sei cistadentroancheAntonio, ti conosco?
RispondiEliminaIo non sono la ragazza di nessuno!
ghghghgh
Comunque, se avrai pazienza a breve racconterò di Penny!
Buona serata...
Aldo, ma graaazie,
RispondiEliminainteressante Fuksas, avevo sentito parlare di lui, ma non avevo mai approfondito.
Troisi è un grande, non smetterò mai di rimpiangerlo, penso spesso a quanto altro avrebbe potuto regalarci se fosse stato ancora tra noi.
Un saluto immenso, ciao.
Mariella,
RispondiEliminacerto che è proprio sconosciuto sto tizio che si presenta con improbabili nomi, vero?????
Baci, baci baci.
Beh... il nome è sempre lo stesso, ma l'approccio è diverso.
RispondiEliminaIo credo che nessuno di noi si inserisca in una conversazione con sempre lo stesso spirito.
Dal vero il nostro spirito si riconosce dallo sguardo, per iscritto ci si può nascondere.
E' comodo, ma alle volte, è poco rispettoso e poi si perde il gusto di osservare la reazione.
Caspita... sto perdendo il filo... volevo stuzzicare un po' di curiosità per Ludwig Mies van der Rohe.
E' stato grazie a lui che ho perso la chiusura mentale della "forma".
Profetizzava: la forma non è lo scopo, ma il risultato di un processo essenziale.
Come dire "non vi create dei limiti, ma scopritene altri, si può essere sempre migliori di quanto si pensi."
Parlare di Troisi un po' mi intristisce, ma, come dire: meglio cinquanta giorni da orsacchiotto...
Ciao ragazze,
piacere di avervi conosciuto "Claudia" e "il monticiano"
CaroAntonio, tu mi sfidi nèèèè!!!
RispondiEliminaMies van der Rohe,
non hai idea di quanto mi piaccia quest'architetto che usa la forma a suo piacimento, posso dire che per me è un poeta della forma e visto che di un tempo mi piace l'arte gotica, ti dispiace se a parità d'arte dei nostri tempi, paragono i sui progetti a quel tipo di arte? I sui grattacieli fantastici!
Plasmava la luce dando un'effetto d'immaterialità e lievitazione insieme senza pesi sul terreno.
Ti basta????
Non mi far dire di più, forse un giorno parlerò anche di lui.
Di Troisi so perfettamente cosa vuoi dire, come so quanto conosci ed ami tutti i suoi films, quando reciti alcune sue battute a volte mi spaventi, sembri proprio lui!
Ti abbraccio forte, ciao