Del tempo passato noi sappiamo le cose che ci vengono tramandate, tramite immagini e racconti, dai nostri anziani parenti ed amici.
Per tutto il periodo della mia crescita ho incontrato tanta gente ed ognuno di loro mi ha arricchito di storie riguardanti la loro vita tra incontri, chiacchiere, luoghi di culto o di dileggio. Ho sempre ricambiato con la mia attenzione vivida, curiosa ed attenta ogni loro parola e spero che tutto ciò continui perché è qualcosa che amo molto.
Ma non solo anziani, chiunque ha qualcosa da raccontare, tra ricordi e luoghi visti o solo immaginati della storia.
La fortuna della quale non ci rendiamo conto è che alcuni di tali luoghi sono ancora esistenti e magari anche abbandonati, perché agli occhi degli abitanti del luogo risultano insignificanti se non addirittura inutili.
Particolari del lavatoio in Foglianise (Bn) Foto personali Vietata riproduzione |
Lavatoio in Foglianise (Bn) Foto mia Modificata da Google foto che ringrazio Vietata riproduzione |
Me il loro fascino viene colto dai più sensibili come è accaduto nel blog di uno dei miei più cari amici virtuali e che ringrazio immensamente per avermi dato l'idea per questo mio scritto.
ENRICO
del blog
AMICI IN ALLEGRIA
è capace di cogliere aspetti della sua Milano (e non solo) in modo leggero, goliardico ma soprattutto sapiente, tra ironia e cultura.
E lo stesso è accaduto in questo suo post dove ci racconta delle
lavandaie e di ciò che rimane del lavatoio in Milano.
La stessa sensibilità che ho letto anche in questo racconto di
Italo Calvino
La gallinella lavandaia (Irpinia)
C'era una volta una lavandaia, che era senza figliuoli.
Un giorno, mentre stendeva i panni, vide una gallina con dietro i suoi pulcini e disse:
- Madonna mia, anche se mi faceste fare per figlia una gallina sarei contenta.
E così veramente le nacque per figlia una gallina.
La lavandaia era contenta e la teneva cara e non passò molto tempo che questa figlia diventò una gallina grossa come non se n'erano mai viste.
Un giorno, la gallina si mise a girare per la casa e a dire: - co, co, co, dammi dei panni che li vado a lavare! - e per tutta la giornata continuò questa canzone.
La lavandaia dapprima faceva orecchio da mercante, poi perse la pazienza, prese un vecchio straccio e glielo buttò.
La gallina lo prese col becco e cominciò a svolazzare, finché arrivò in un luogo deserto.
Mise lo straccio per terra e al posto dello straccio comparve un palazzo. La gallina salì le scale del palazzo, entrò nel portone e in quel momento diventò una bella signorina.
Dal palazzo uscirono tante fate, la vestirono come una regina e le apparrcchiarono un bel pranzo. Dopo mangiato s'affaccio' un po' sul balcone, il figlio del Re, che andava a caccia per quei posti, come la vide se ne innamorò. Si nascose lì vicino e le fece la posta per vederla uscire. E sulla porta del palazzo, la vide diventare una gallina.
La gallina diede un colpo di becco al palazzo, il palazzo ridiventò uno straccio e la gallina tenendo lo straccio col becco volò via.
Il figlio del Re le corse dietro.
Quanto volete per questa gallina? - chiese alla lavandaia.
Non la vendo per tutto l'oro del mondo! - disse la povera donna.
Ma il figlio del Re la portò a Palazzo, le preparò il nido in una cesta vicino al suo letto. E la sera se ne andò a ballare. La gallina aspettò che fosse uscito, poi si scrollò le penne, ridiventò signorina e forse al ballo anche lei.
Quando entrò nella sala della festa, il figlio del Re la riconobbe e subito scappò via, corse a casa, andò a guardare nella cesta e viste le penne della gallina le buttò nel fuoco. Poi tornò alla festa e ballò con la signorina, facendo finta di non averla riconosciuta.
Tornò a casa tardi e la gallina non c'era. Il figlio del Re andò a letto e fece finta di dormire. Allora, piano piano, in punta di piedi vide entrare la signorina che credendo di non essere vista andava a riprendere le sue penne di gallina. S'avvicinò alla cesta e le penne non c'erano più. Si guardava intorno tutta spaventata, quando il figlio del Re si levò e l'abbracciò dicendo: - Tu sarai la mia sposa!
Scritto nel 1956 è tratto da "Fiabe italiane" (I Millenni-Einaudi).
Ovviamente di tali lavatoi ve ne sono tanti anche nella provincia della mia città
ma viaggiando nei vari luoghi mi é rimasto particolarmente nella memoria quello disegnato magnificamente, dal vivo, da mio marito quando era molto giovane.
Si tratta della bellissima
FONTANA FRATERNA
Disegno ad olio su tela Di mio marito allora 18enne Foto privata Vietata riproduzione |
uno dei monumenti simbolo della città d'Isernia.
Il nome deriva dal sito in cui si trova e cioè nelle vicinanza di un'antica confraternita fondata da Pietro Angelario, ossia Papa Celestino V, il I° Ottobre del 1289, come indicato anche sulla lapide con l'antica epigrafe medioevale posta sul lato destro della fonte.
La cosa particolare è che essa è formata da pezzi monumentali romani del I e Il secolo d. C. È piccola ma storicamente potente.
Immaginate le tante donne con prole forse, che tra schiamazzi infantili, risate e cicalecci di ogni genere affollano le piccole piazzette o strade o magari piccoli vicoli. Provate ad ascoltare le loro parole, tra preoccupazioni, curiosi racconti, suggerimenti...come in un vero social!
Pensate al loro abbigliamento, alle loro capigliatura e magari ai loro tentativi di farsi notare per la loro bellezza ma anche per la loro assennatezza. Desiderose di farsi conoscere come brave donne da maritare.
Quindi punto importante all'epoca di socialità e reale conoscenza.
Il mondo è tanto cambiato, però che meraviglia ricordarne i vecchi e validi valori o anche ciò che non andava di un epoca che fu e che purtroppo o per fortuna, mai più sarà.
Baci a tutti e grazie di essere qui. Ciao!
Cara Pia, ricordo questo post, di Zio Enrico, un documento di un tempo molto lontano, per che cera ora con la vecchiaia le sarà come un l'ontano ricordo di quei tempo.
RispondiEliminaCiao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Tomaso buon pomeriggio!
EliminaGrazie. Credo che i ricordi che ci vengono tramandati sono molto importanti e conservarli e preservarli è un privilegio di forza culturale.
Buona Domenica a te, ciao!
Bellissimo post e interessanti le foto dei lavatoi di Foglianise. Oggi nei paesi industrializzati ci siamo dimenticati che le nostre nonne o bisnonne facevano il bucato nei ruscelli, nei fiumi, nei mastelli posti nei cortili, nei lavatoi.
RispondiEliminaMolto simpatico il racconto della gallinella Lavandaia e notevole il disegno della fontana Fraterna d'Isernia. Questi ultimi riferimenti mi hanno fatto ricordare il culto e i divertenti racconti legati all’ EREMO D’ISERNIA
Felice weekend cara Pia, un abbraccio
enrico
I misteri di Blogger :-): è saltata la frase in cui ti ringrazio per aver citato il mio blog nel tuo post.
Eliminaenrico
Buona Domenica Enrico!
EliminaFelice che ti sia piaciuto ciò che scritto.
Sai che non ho capito a quale Eremo ti riferisci e quali sono questi racconti divertenti, mi hai grandemente incuriosita!
Ahahah...ma figurati, grazie a te di aver ispirato questo post un fortissimo abbraccio, ciao.
Eremo dei santi Cosma e Damiano
EliminaFelice settimana, un abbraccio
enrico
Benissimo Enrico grazie!
EliminaCercherò a riguardo i racconti...😁😉
Buona settimana anche a te, smack!
Ciao Pia, guarda caso sono passato qualche minuto fa da Enrico e me lo ritrovo qui. Bel post, testo e foto appropriate che ci rinviano ai nostri nonni ed anche ai genitori. Avrai notato che anche io cito spesso i dire di mia nonna che ogni sera mi coccolava con una canzone veneziana. Buona domenica.
RispondiEliminaMi fa piacere e grazie di essere passato anche da me.
EliminaReputo una grande "fortuna" aver avuto la possibilità di conoscere, attraverso i nostri parenti, il passato e fai molto bene anche tu (infatti mi piace molto) a scrivere gli aneddoti della tua cara nonna. Ti abbraccio e buona Domenica anche a te, grazie!