Lettori fissi

Una perfetta correlazione è il primo principio su cui si fonda lo sviluppo.
L'integrazione o anche proprio la parola "organico" vuole dire che nulla ha valore se non in quanto naturalmente
collegato al tutto e in direzione di un qualche fine vitale.


Frank Lloyd Wright

"La cultura per i poveri non può essere una povera cultura".

Claudio Abbado


giovedì 5 settembre 2013

Quando tutto è possibile



Come ogni volta che inizio un argomento, penso sempre di non riuscire ad esprimere quel  che desidero.
Spero che sia una cosa normale, altrimenti...
Comunque qualche post fa un simpatico, eccezionale e carissimo lettore del mio blog ( Antonio), tra l'altro anche lui architetto, mi propose di scrivere qualcosa su un grande nuovo maestro dell'architettura e non solo.

Il suo nome è

Santiago Calatrava Valls



Ammetto che non conoscendolo bene (non Antonio ma Calatrava) ho provato a studiarlo attraverso le sue opere, anche cercando di capire ciò che vuole che si sappia di lui, leggendo chi l'ha conosciuto e compreso.
Non è stato facile, perchè essendo attualissimo c'è molta contraddizione nelle varie opinioni su di lui.
Proverò così a spiegarlo, descrivendo ciò che ha fatto, però vi avverto che le mie opinioni sono personali e quindi non assolute.
Se ho deciso di parlarne è perchè mi ha affascinato, spingendomi a volerlo conoscere sempre di più.
Avendo studiato qualche anno architettura, mi ricordo molte bene le volte in cui alcuni miei coetanei consideravano gli ingegneri come antaganosti.
Cosa che non sopportavo ed è ancora così.

Questo è uno dei motivi per cui mi sono convinta di volerlo conoscere in modo più approfondito.
Perchè lui è architetto, ingegnere, matematico, scultore ed anche pittore.
Voi non mi vedete ma i miei occhi adesso stanno immensamente brillando per la felicità.
Tornando a Calatrava,
nasce in Valencia, precisamente a Benimanet,
dove studia nelle due Scuole di Arti e Mestieri e di Architettura.
Dopo la laurea conseguita nel 1975, continua i suoi studi laureandosi anche in ingegneria nel 1981,
 però a Zurigo nella Scuola Politecnica Federale,
la sua tesi di dottorato fu "sulla piegabilità delle strutture".
Apre il suo studio proprio a Zurigo.

















Unendo l'architettura all'ingegneria, i suoi lavori si ispirano alle forme naturali.
La plasticità degli edifici ci riportano soprattutto ai movimenti ed alle forme delle piante e degli animali, creando così qualcosa che tutti considerano di estrema poesia, direi da sogno.
Vediamo uno dei suoi primi progetti.


Stazione ferroviaria Stadelhofen
Zurigo



Quello che lui fa è partire da un calcolo matematico e da una conoscenza tecnica, per arrivare ad un'approfondimento del tutto artistico; cioè il calcolo per ottenere la forma.
Fino ad oggi il processo è sempre stato inverso.
Arte della razionalità trasformata in arte della possibilità.
Quando gli si chiede il perchè di un'opera da lui progettata, la sua risposta è: "Perchè no se è possibile? L'ingegneria è l'arte del possibile."





La cosa più sorprendente è che sia anche un grandissimo scultore, unendo così la scultura all'architettura come un tempo facevano i grandi maestri Michelangelo, Bernini e Borromini.



Proposta di concorso al Reichstag di Berlino


Differentemente dai grandi architetti come Piano, Foster e Rogers che cercano nelle loro opere di utilizzare tecnologie contemporanee, Calatrava usa tecniche e materiali tradizionali che si trasformano grazie alla plasticità dei suoi lavori scultorei.
La caratteristiche che un tipo di materia ha, usata proprio per ciò che può dare. Per esempio il cemento armato usato proprio per dare forma plastica di sostegno strutturale, il ferro per sopportare la tensione di una struttura e così via.
Quindi abbiamo la scultura come base, l'ingegneria come arte del possibile e l'architettura come conseguenza del tutto.
Però ciò che lui vuole maggiormente far scaturire dalle sue strutture rimane sempre il movimento


Stazione Mediopadana di Reggio Emilia





 usando forme che si ispirano alla natura, il movimento dei rami degli alberi, le fauci di un animale pronto a sfamarsi e gli scheletri degli esseri viventi sono alla base di ogni sua opera.
Ci sono anche elementi comuni in ogni sua costruzione, il bianco ed il dinamismo principalmente, ma anche la forma

dell'occhio,






Planetario della città delle arti
nella
stazione di Saint Exupery
Lione

dell'uccello,


Museo d'arte di Milwaukee





della musica
ed altro.


Tenerife Concert Hall



Elementi questi di grande ispirazione e mai banali.
Il movimento che rende tutto più poetico lo riscontriamo in ogni singola parte della struttura sia che si tratti di porte che si aprono anche se nascoste, nelle coperture con le sue molteplici curvature; ma è soprattutto intrinseca nella stessa struttura dove le forme sono dettate dalla tensione delle forze a cui sono sottoposti gli elementi.
In Italia a Venezia, città di poesia per eccellenza ci ha donato il progetto di un magnifico ponte.
Molto criticato è vero, ma per me grande esempio di studio architettonico ed ingegneristico.









Credo di aver detto tutto ciò che ho capito di lui, sicuramente c'è altro da dire, ma invito chiunque a raccontarmi qualcosa di più, anche i pettegolezzi che non fanno mai male quando sono costruttivi.
Non so perchè, ma credo che sia anche molto simpatico almeno dalle foto, sembra così,
non credete anche voi?
Con questo concludo e vi saluto tutti, a presto.


Immagini da Google


18 commenti :

  1. Bellissimo post.
    Io non posso raccontarti nessun pettegolezzo su di lui, sia chiaro.
    Ma ti posso dire che le due strutture che ho visto con i miei occhi in Italia sono "stupenderrime"!
    La stazione Mediopadana di Reggio Emilia, costruita per l'alta velocità ad esempio, ci sono entrata in treno e ci sono passata davanti in autostrada più volte.
    Non è ancora completata ci stanno ancora lavorando, ma è stata inaugurata ed è funzionanante.
    Bellissima, ti lascia senza fiato.
    Il ponte veneziano poi, che ho calpestato per la prima volta lo scorso anno, ti da l'impressione di camminare sull'acqua. Notevole, leggerissimo.
    La cosa fantastica è che, se non avessi letto il tuo post, non avrei saputo dare un nome all'autore di queste meraviglie.
    Grazie a te ora so.
    Poi.
    Ma perchè dico, non ci mettono una targa, un qualcosa, a vista sullopera realizzata, che possa colmare questa lacuna? Boh.
    Abbraccio!

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  2. Ciao, sono un ignorante completo del ramo al contrario di te che hai scritto un post veramente istruttivo e completo.
    Sono veramente opere grandiose per le quali dovrei starmene zitto ma due mie personali opinioni voglio comunque esprimerle: 1) la Stazione di Reggio Emilia dà veramente l'impressione dei rami degli alberi in movimento; 2)il Ponte di Calatrava - così l'ho sentito chiamare io - è anch'esso un'opera grandiosa ma, secondo me, sembra un membro estraneo rispetto agli altri ponti di quella magnifica città. Stona un po' ed è meglio che non aggiunga altro.
    Un caro saluto,
    aldo.

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  3. Ciao S. Pia! Su questi temi sono l'ignoranza in persona, però tempo fa ho visto un documentario su alcune grandi opere, non ricordavo proprio il nome di questo artista, ma il suo viso. Sembrava essere molto alla mano.
    Bellissimo post!
    Se vuoi passa da me, c'è una interrogazione in corso ;)
    Bacioni!

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  4. Adesso non vorrei fare arrabbiare Aldo, io non amo Venezia lo sanno anche i muri però, la meraviglia di questo ponte che sembra stridere con tutta quella classicità me l'ha resa più eterea e me l'ha svecchiata. Non sentivo nemmeno la solita puzza che sento sempre ogni volta che passo per calli e ponti. A me e' piaciuto tanto.

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  5. Ciao Mari,
    quando Antonio mi ha parlato di lui, anch'io lo conoscevo poco, però mi si è accesa una lucetta in testa che mi ha spinto ad approfondire. Questo è il risultato, capisciammè!
    Sapevo dell'inaugurazione, spero che un giorno potrò vedere da vicino certi capolavori.
    Il ponte a Venezia so che ha avuto qualche problema tecnico, sai per me gli artisti tecnologici, mi fanno venire sempre in mente Leonrdo da Vinci, lui inventava e sperimentava anche a discapito dei malcapitati che provavano le sue opere scentifiche, ma se non fosse stato così, non avremmo avuto tante eccellenti invenzioni.
    Avere uno come Calatrava dovrebbe essere motivo di orgoglio.
    Non mi dilungo oltre, ho già detto troppo. Un baciooooooo

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  6. Caro Aldo, ti ringrazio per i complimenti sinceri che sempre mi fai.
    Ma ti ringrazio soprattutto perchè, hai intuito quello che desidero più di tutto da parte di un lettore e poi commentatore, mi piace il dialogo, lo scambio di opinioni, che non devono necessariamente essere identiche alle mie.
    Per questo ti dico che la stazione di Reggio Emilia è fantastica, anche perchè c'è grande luminosità, mentre per quel che riguarda il Ponte di Calatrava (certo che si chiama così, non ho scritto il nome perchè era implicito nel discorso, scusami)molti sono stati coloro che hanno detto ciò hai brillantemente esposto, penso che in parte sia vero;
    però bisogna considerare l'epoca in cui viviamo i materiali che si utilizzano non sono più quelli dell'epoca storica a cui appartiene Venezia, e se si deve rinnovare, bisogna fare come Calatrava, che oltretutto ha rispettato molto i canoni stilistici di questa città.
    Facci caso, è trasparente ed eterea, quasi nascosta, invisibile proprio come volesse rispettare il tutto.
    Un abbraccio sentito.

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  7. Grazie Flor, bello lui è vero???
    Certo che passo da te.
    Un bacio.

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  8. Mariellaaaaaa,
    adesso non mi criticare Venezia,
    io l'adorooooooooo

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  9. antoniopassionerabbiaegioia6/9/13 1:44 AM

    "Il senso della bellezza non è una questione accidentale. Certo, la funzionalità di un edificio o di uno spazio è molto importante. Ma è la sua bellezza che ci dà un’emozione, la fierezza di esistere e di poter godere di questo dono eccezionale". Ottime le parole di Santiago. In effetti la bellezza è l'obiettivo di tutti; a volte nascosto dietro ipocrite motivazioni, a volte spiattellato e abbagliante per nascondere le motivazioni, oppure involontariamente esposto al pubblico ludibrio.
    beh, Santiago ha scelto la natura.
    In naturale continuità di forme con Gaudì e con il delicato rispetto dei materiali naturali di Le Corbusier, ha fatto dell'architettura il complesso e meraviglioso impasto armonico di arte e ingegneria. Io forse sono di parte perchè spinto dalla passione per l'architettura, ma vi invito a fare una riflessione: avete mai contemplato l'orizzonte sull'oceano o sul mare facendo caso alla panchina su cui eravate seduti? avete mai assaporato l'odore fresco della propria città nelle sere d'estate, facendo caso alle luci che descrivono il suo profilo? certo che si! Con un po' di spirito di osservazione in più si gustano esperienze meravigliose e artisti come Santiago vi assicuro che hanno fatto di tutto per farle gustare.
    Riguardo al Ponte della Costituzione (vero nome del ponte di Calatrava), volevo dire, che ha avuto molte critiche che hanno rallentato la realizzazione rendendo difficoltosa l'inaugurazione per motivi economici (costi di ultimazione maggiori dei costi di progetto) e sociali quali la presenza di barriere architettoniche (come del resto in tutti gli altri ponti Venezia). Potrei dirvi di più, ma mi fermo qui altrimenti esagero come al solito.
    Grazie Pia.
    Ciao a tutti.

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  10. Grazie Antonio con la passione, la rabbia e la gioia,
    sapevo che saresti stato più che esauriente,
    se non ho fatto cenno a Gaudì ed a Le Corbusier è perchè non volevo fare confronti, inoltre per quel che riguarda il nome "Ponte di Calatrava" è quello più conosciuto, nonostante nel 2008, dopo diverse discussioni, avessero scelto di chiamarlo "Ponte della Costituzione" (meno male che non hanno scelto di dargli un nome di santo, che avrei trovato fuori luogo).
    Bello ciò che hai detto sulla bellezza, forse una mia simpatica amica e commentatrice ti avrebbe sottoposto ad un test (scherzo Flor), per non parlare all'accenno di alcune parole dette da Calatrava, infinitamente grazie.
    Se per caso volessi dire altro fallo pure di sicuro apprezzerò, cosa c'è di più bello di uno scambio di opinioni?
    Un abbracciotto.

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  11. Ciao S.Pia!!
    Opere da mozzafiato,rimango basita davanti a tanta bellezza,l'arte lascia senza parole..si deve solo ammirare con occhi attenti e farne tesoro
    Un abbraccio cara!
    Baciiiii

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  12. Claudiaaaaa, ciao.
    Hai ragione gli occhi attenti sono molto importanti, sicuramente ne farò tesoro. Grazie.
    Un abbraccioooooooo

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  13. Il ponte a Venezia non lo trovo in sintonia con la città. Forse andava costruito in qualche città moderna.
    Saluti a presto.

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  14. Ciao carissima e grazie per gli auguri.
    Un caro saluto,
    aldo.

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  15. Ciao Cavaliere,
    mi fa piacere il tuo intervento,
    forse hai ragione,
    ma pensaci un'attimo, se avesse provato ad inserire elementi architettonici tipici della città, non sarebbe stata considerata, per me giustamente, come una "brutta copia di antichità?"
    La commissione gli ha affidato un tale progetto, spero considerando ciò che lui portava avanti artisticamente parlando, sapevano ciò che ne sarebbe derivato, quindi credo che il risultato sia stato più che giusto, anzi direi l'unico possibile.
    Un saluto carissimo.

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  16. Un caro saluto a te,
    o mio Aldo.

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  17. ps. Degli altri teatranti: con la blogger essendo di Roma ci telefoniamo spesso, il di lei padre è deceduto, dei restanti, dopo quegli anni, non ne ho saputo più niente.
    Un vero peccato ma non abbiamo fatto più teatro insieme, io soltanto saltuariamente.
    Ciao,
    aldo.

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  18. Questo succede spesso,
    ci si riunisce, ci si perde di vista e dopo diversi anni, ci si rincontra, ma purtroppo c'è sempre quello che non c'è più, magari proprio quello che ti è rimasto di più nel cuore.
    Meno male che c'è la figlia.
    Bene mio caro amico anche teatrante, grazie infinite per aver appagato la mia invadente curiosità, la mia gratitudine per te è immensa.
    Scusami però a volte divento esagerata.
    Un baciooooo

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